itinerario centro ovest
Valle centrale umbra
Su una valle ampia e luminosa contornata da monti arrotondati, materni e protettivi, si affacciano città dalla storia millenaria, colme di tesori d’arte e preziose storie. Qui ogni pietra, cotta dal sole e levigata dal vento, trattiene il senso molteplice della storia e del suo divenire. Ogni edificio, strada, incrocio, giardino, prospettiva è sintesi di bellezza.
Assisi, regina dal suo balcone aperto sul mondo, le guarda le altre città, le ammira e ci si specchia. Da qualunque direzione si arrivi, le sue geometrie calcaree, rosa al tramonto, si aprono accoglienti. Tra gli olivi millenari ci apre le sue porte Spello, che sa essere austera e lieve, vigile dove le vie si incrociano.
E’ sempre storia di declivi chiari e terrazze di olivi andando verso Trevi e Campello sul Clitunno. La luce, via via più piena, si specchia nelle acque trasparenti che filtrano dal monte. Spoleto chiude l’orizzonte, macchia luminosa nell’abbraccio verde fondo dei lecci di Monteluco. Sull’altro versante l’aerea Montefalco, emerge da oliveti e vigne che si confondono con il vasto cielo. Attraverso colline d’argilla, morbido cuore dell’Umbria, si va verso la valle del Tevere per arrivare a San Venanzo, con il suo antico vulcano e il Monte Peglia.
itinerari
Assisi
Rocca Maggiore: “Volgendo uno sguardo austero sul centro storico della città di Assisi, la Rocca Maggiore porta l’impronta dell’architettura militare trecentesca e beneficia di uno dei panorami più evocativi della Regione.”
Spoleto
Rocca Albornoziana: “Edificata nel 1359 in una posizione strategica della vallata spoletina, è aperto oggi alla visita del Cortile d’Onore, il Cortile della Armi, il Salone d’Onore e la Camera Pinta. Ad aver contraddistinto, la Rocca, la leggendaria permanenza di Lucrezia Borgia, eletta dal padre Alessandro VI, reggente del Ducato di Spoleto.”
Montefalco
Complesso Museale di San Francesco: “Il Complesso Museale di San Francesco è simbolo della pittura rinascimentale umbra e si compone di una Chiesa, la Pinacoteca Civica, la sezione Archeologica e diversi spazi adibiti a esposizioni temporanee.”
Campello sul Clitunno
Fonti del Clitunno: “Con un’estensione di circa 400 metri, il Parco si è reso noto grazie alla capacità di ospitare numerose specie vegetali, le quali contribuiscono alla diversificazione dell’area. Nonostante un violento terremoto nel 444 ne ridimensionò la portata, riacquisì il suo vigore grazie a Paolo Campello della Spina e alla sua opera di sistemazione del territorio naturale.”